martedì 3 marzo 2015

Viaggio attraverso la scuola che cambia: il convegno di Frascati chiama la scuola a riflettere.


Un momento del convegno di Frascati
“Gli insegnanti incomincino a costruire barricate per difendere la scuola”. Al convegno nazionale dal titolo: “BiSogni didattici. Viaggio attraverso la scuola che cambia”, L’autore de La Scuola Bocciata, Tommaso Travaglino, ha sottolineato che la scuola sarà di nuovo al centro quando metterà sé stessa in tensione e incomincerà a combattere la dispersione. Il problema è che è disperso non solo chi si perde per strada e non arriva al traguardo, ma ogni alunno che non va a scuola con piacere.
Tommaso Travaglino mentre espone la sua tesi alla tavola rotonda con i dirigenti scolastici della provincia di Roma

A Frascati durante un convegno durato due giorni, che ha chiamato dirigenti e insegnanti da tutta la penisola, per focalizzare l’attenzione sui bisogni didattici degli studenti nativi digitali e sulla risposta che la scuola italiana può mettere in campo per far fronte alle nuove istanze che emergono da questo scenario in continuo mutamento, Tommaso Travaglino ha sottolineato l’urgente bisogno di riflettere sulla centralità che la scuola deve riconquistare in ambito sociale, economico e politico, sulla considerazione che i nostri alunni hanno della scuola, e sull’importanza strategica della “significatività” di cui la scuola dovrebbe essere portatrice nell’universo esperienziale di ogni alunno.
La tavola rotonda: Tommaso Travaglino con i dirigenti scolastici  Antonella Arnaboldi dell'I.C. "San Nilo" di Grottaferrata, Giovanni Torroni dell'I.C. "Frascati 1" di Frascati, Paola Cardarelli dell'I.T. "Buonarroti" di Frascati, Adelina Cardillo del Liceo "Touschek" di Grottaferrata, Marilena Cipriani dell'I.P. "Pantaleoni" di Frascati, Fabiola Tota dell'I.C. "Milani" di Monte Porzio Catone, Laura Micocci, dell'I.C. "Cambellotti" di Rocca Priora, Carmine Giammarini "dell'I.T.S. "Fermi" di Frascati, Daniela Mancini dell'I.I.S. Ferraris-Brunelleschi di Empoli (FI), Paola Felicetti dell'I.C di Frascati e Liceo Classico Linguistico "M. T. Cicerone", Manuela Scandurra dell'I.C. "Wojtyla" di Palestrina, Piero Perziani, DS e responsabile di "Governarelascuola.it", Pino Barbaro e Giuseppe Alesi.

Travaglino: "La scuola è il cuore pulsante di ogni civiltà che mette al centro l’uomo. Fingere di investire sulla scuola, per poi ridurla nello stato in cui versa, significa ipotecare il futuro del nostro popolo. Ora basta: è tempo che le donne e gli uomini di scuola facciano sentire la loro voce".

Un momento del convegno
La pseudo-riforma di questo governo è solo propaganda, come la sbandierata assunzione dei precari, che è nient’altro che un atto dovuto, conseguenza della sentenza della Corte Europea che, il 26 novembre scorso ha condannato lo Stato italiano, pena una pesante sanzione, ad assumere a tempo indeterminato chi abbia già svolto tre anni di servizio nella pubblica amministrazione.

Il convegno nazionale dal titolo: “BiSogni didattici. Viaggio attraverso la scuola che cambia”, organizzato dalla Rete Scuole Castelli romani e tenutosi venerdì 27 e sabato 28 febbraio presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati, ha visto la partecipazione di diverse centinaia di docenti dirigenti scolastici provenienti da tutt’Italia.

“Osservando gli alunni che frequentano le nostre aule – ha affermato Antonella Arnaboldi, preside della scuola capofila della rete di scuole Res Castelli Romani - siamo arrivati alla conclusione che tutti i nostri alunni sono oggetto di bisogni speciali. I nostri ragazzi manifestano il bisogno di un linguaggio che avvicini loro la scuola perciò il sottotitolo viaggio attraverso la scuola che cambia. La scuola deve cambiare in quanto è cambiato il modo di percepirla, che, tuttavia, non può esimersi dall’educare, dall’essere motore attivo della formazione di professionisti, intellettuali e operai”.
 
I dirigenti Arnaboldi, Torroni, Felicetti, Scandurra, Cardarelli, Cardillo, Cipriani, Tota, Micocci.
La questione è molto più profonda e molto meno semplice di quella che appare - ha affermato Tommaso Travaglino, autore di “La Scuola Bocciata” nell’ambito della tavola rotonda alla quale hanno partecipato decine di dirigenti scolastici provenienti da tutta l’Italia e che ha chiuso la due giorni -. La mission della scuola va ripensata ab imis, ridiscussa dalle fondamenta, perché se nei documenti ministeriali si fa chiaro riferimento alla formazione dell’uomo attraverso gli itinera disciplinari, percorrendo, cioè, le diverse strade della conoscenza formale, dobbiamo ammettere che la scuola italiana non sempre pensa a sé stessa come scuola di umanizzazione, non sempre si percepisce come “luogo” di formazione della persona, ma talvolta come “luogo” della consegna dei contenuti. La sua autocoscienza, insomma, talvolta è come quella di un distributore automatico di bibite e merendine.
Tommaso Travaglino, tra il dirigente Pietro Perziani e Carmine Giammarini,  D.S. dell'I.T. "Fermi" di Frascati e componente della comm. scuola del Municipio di Roma

La conseguenza di tutto ciò è la tremenda noia di cui spesso è portatrice, la distanza, la fratturazione tra il suo il mondo e quello della vita reale dei suoi studenti.
Dobbiamo ammettere – continua Travaglino - che spesso i suoi strumenti sono alienanti, non coinvolgenti, e che non posseggono più nessuna relazione semantica con la realtà quotidiana della post-contemporaneità. Possiamo considerarla come un’obsoleta architettura di premi-punizioni, che vive di una vita propria, ma completamente slegata dal mondo reale.
 

I dirigenti Mancini, Felicetti, Scandurra, Cardarelli, Cardillo, Cipriani, Tota, Micocci

La scuola è custode e garante della civiltà, madre della pienezza dell’umanità, e non riflette la società in quanto figlia della società, ma riflette sulla società in quanto madre di quest’ultima. Molto più spesso, invece, è sì madre, ma di dispersione, perché non è disperso solo l’alunno che non arriva al traguardo del ciclo dei suoi studi, ma ogni alunno che non va a scuola con piacere.
Rendercene conto è già tanto, è già cambiamento, tensione verso una nuova centralità semantica, di cui la nostra scuola ha bisogno di riappropriarsi.

Se ricerche nazionali e internazionali assai attendibili hanno dimostrato che più dei ¾ delle conoscenze di cui dispongono i ragazzi provengono dalla cultura dell’extrascuola, ciò significa, ovviamente, che la mission della scuola non può limitarsi al mero passaggio della conoscenza, alla consegna dei valori condivisi della civiltà di cui è custode, ma deve porre sé stessa come chiave ermeneutica della conoscenza, orientamento umanizzante. La scuola non è il pesce donato all’alunno, ma è il dono della canna perché ogni alunno impari a pescare da solo. Tuttavia dobbiamo far appassionare ogni alunno alla pesca, altrimenti tutto il resto non ha nessun senso”.
Un momento della tavola rotonda

 “Non è questione di fornire i mezzi per leggere, scrivere e far di conto – ha sottolineato il dirigente Arnaboldi – ma la scuola deve tener conto delle esigenze delle nuove generazioni, e puntare a configurare sé stessa come grimaldello di significatività”.
“Ciò che, infatti, non è significativo è inefficace – ha aggiunto l’autore de “La Scuola Bocciata”- e per comprendere la significatività della scuola nella percezione dei nostri alunni, basta fare un velocissimo giro sulla home page dei social network. Ed è proprio la considerazione della percezione che i nostri alunni hanno della scuola che frequentano, che ci fa rendere conto del dramma che si sta consumando.
Spessissimo le nostre scuole confondono le finalità con i contenuti. Eppure la questione, almeno nei documenti ministeriali, sembra essere chiara. Almeno sulla carta: La scuola fornisce le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e trasformare le mappe dei saperi, rendendole continuamente coerenti con la rapidità e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti affermano, ad esempio, le Indicazioni per il curricolo del 2012. Lo ripeto, conclude Travaglino: rendersi conto di tutto ciò è già cambiamento, perché mette in tensione.
La Cattedrale di San Pietro di Frascati

Ma una scuola “pezzente”, svilita, marginalizzata, popolata da insegnanti demotivati e sottopagati, che elemosina il contributo volontario per comprare la carta igienica, e che ultimamente rappezza qualche euro dall’Europa per comprare qualche lavagna interattiva multimediale, peraltro già strumento appartenente al giurassico, non sarà mai in grado di adempiere al suo ruolo strategico. C’è bisogno di una nuova consapevolezza, non di chiacchiere. Di barricate, se necessario, di una nuova energia, di un nuovo entusiasmo che soffi nelle narici di questa istituzione, cuore pulsante della civiltà che la custodisce.

Orlando Tarallo
Responsabile Ufficio Stampa "La Scuola Bocciata"

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