domenica 8 febbraio 2015

La stazione spaziale Elysium e le profezie di Malachia




Un murales alla stazione "Cipro" della metro di Roma, che fa chiaro riferimento alle profezie dello pseudo-Malachia, e all'apocalittico Petrus Romanus, identificato con Papa Francesco.


Se le nuove parabole del ventunesimo secolo non vengono comprese, o peggio, non viste, perché in Italia si preferisce lo spettacolo leggero alla cinematografia profetica, allora qui c’è davvero un problema.

Elysium è un film stupendo, del 2013, che possiede diversi livelli di lettura. Narra del futuristico mondo del 2154, nel quale l'umanità rimasta sulla Terra, degradata e violenta, è dominata con pugno di ferro attraverso poliziotti robot, da un'elite andata a vivere su una stazione spaziale, orbitante intorno al pianeta Elysium. Su Questa stazione c'è tecnologia e benessere per guarire da ogni malattia, ma totale disinteresse di questa classe di eletti per ciò che accade sulla Terra, dove vive il resto di un'umanità esclusa e abbandonata a sé stessa.

 Elysium è metafora del nostro occidente: una piccola isola, una stazione spaziale isolata dal resto del mondo; un mondo che vive miseria, esclusione, abbandono. Elysium è la parabola del mondo nel quale ognuno di noi ha da tempo abiurato definitivamente tutto ciò che ha a che fare con l’umanità. 
La solidarietà, per esempio, è rimasta solo una parola, della quale tutti si riempiono la bocca. Quando, invece, c’è da fare qualcosa di concreto, tutti vengono meno, cristiani (o forse sarebbe più corretto dire sedicenti cristiani) in prima fila.
Non è un giudizio, perché l'albero buono si vede dai buoni frutti (Mt 7, 15-20) e non si raccoglie uva dalle spine, o fichi dai rovi.

La stazione spaziale "Elysium"


Da qualche giorno un amico è a Bologna. È lì perché dopo anni di problemi di ogni tipo, un disperato e continuo stato di disoccupazione e di grave depressione, ha finalmente trovato lavoro. È insieme alla sua fidanzata, che per grazia ricevuta ha trovato anch’ella un lavoro. Qualche giorno fa, infatti, quest’amico ha vinto un concorso pubblico in una ditta di trasporti, e martedì incomincia il suo sospirato lavoro a tempo indeterminato. Dopo tanti anni il mondo per lui sa un'altra volta di buono. Ora sogna ad occhi aperti e piange per un nonnulla. Può anche sognare di sposare l'unico amore della sua vita. 

Ma nonostante gli aiuti che gli stiamo dando, inviandogli di volta in volta un po’ di euro sulla sua carta di credito prepagata (Postpay 4023600643360573FLTNLS85B48F839M), perché sostenga le spese per il pernottamento in pensione, e perché lui e la fidanzata possano mangiare qualcosa fino al loro primo sospirato stipendio, che credo percepiranno almeno fra un mesetto, so che non possono più sostenere le spese per tirare avanti per questi pochi giorni fino al pagamento della prima mensilità.

Ho scritto una mail a tutti i conventi e le parrocchie di Bologna, presentandomi e offrendo tutte le garanzie che potevo offrire, nel mio piccolo, eppure solo qualcuno mi ha risposto, e non positivamente. Frate Daniele, del convento di "Cristo Re", per esempio, mi ha scritto: “Noi al  nostro convento stiamo già ospitando anche alcuni immigrati e altre  situazioni di disagio. Al momento non abbiamo la possibilità di aiutarti. Prova con altri conventi, ma ti diranno facilmente la stessa cosa”.

Intanto hanno speso gli ultimi euro per il pernottamento di questa notte, e per domani notte non sanno cosa fare, dove andare.

La visione apocalittica della terra nel 2154 secondo il film

Forse c’è qualcosa che non va nella comunità cristiana? Forse “Elysium” è la nuova anti-parabola del Regno che si predica nella Chiesa di Gesù Cristo?

Un'idea mi spaventa, perché la vedo crescere, e prendere sempre più forma e concretezza nella mia mente. Un'idea piena di insidie e foriera di problemi, ma che sembra sempre più il possibile argomento del mio prossimo libro, sulla scia di Mysterium iniquitatis, il libro pubblicato nel 1995 dal teologo ed esegeta biblico Sergio Quinzio, nel quale l'autore, prendendo le profezie di Malachia come spunto per una riflessione di tipo escatologico, affermava – forse provocatoriamente - che la Chiesa potrebbe essere destinata a scomparire con un'enciclica che sancisce «il dogma del fallimento del cristianesimo nella storia del mondo».

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