![]() |
Un momento del convegno di Frascati |
“Gli insegnanti incomincino a
costruire barricate per difendere la scuola”. Al convegno
nazionale dal titolo: “BiSogni
didattici. Viaggio attraverso la scuola che cambia”, L’autore
de La
Scuola Bocciata, Tommaso Travaglino, ha
sottolineato che la scuola sarà di nuovo al centro quando metterà sé stessa in
tensione e incomincerà a combattere la dispersione. Il problema è che è disperso non solo chi si perde
per strada e non arriva al
traguardo, ma ogni alunno che non va a
scuola con piacere.
![]() |
Tommaso Travaglino mentre espone la sua tesi alla tavola rotonda con i dirigenti scolastici della provincia di Roma |
A Frascati durante un
convegno durato due giorni, che ha chiamato dirigenti e insegnanti da tutta la
penisola, per focalizzare l’attenzione sui bisogni didattici degli studenti
nativi digitali e sulla risposta che la scuola italiana può mettere in campo
per far fronte alle nuove istanze che emergono da questo scenario in continuo
mutamento, Tommaso Travaglino ha sottolineato l’urgente bisogno di riflettere
sulla centralità che la scuola deve riconquistare in ambito sociale, economico e
politico, sulla considerazione che i nostri alunni hanno della scuola, e
sull’importanza strategica della “significatività” di cui la scuola dovrebbe
essere portatrice nell’universo esperienziale di ogni alunno.
Travaglino: "La scuola è il cuore pulsante di ogni
civiltà che mette al centro l’uomo. Fingere di investire sulla scuola, per poi
ridurla nello stato in cui versa, significa ipotecare il futuro del nostro
popolo. Ora basta: è tempo che le donne e gli uomini di scuola facciano sentire
la loro voce".
![]() |
Un momento del convegno |
La pseudo-riforma di questo governo
è solo propaganda, come la sbandierata assunzione dei precari, che è
nient’altro che un atto dovuto, conseguenza della sentenza della Corte Europea
che, il 26 novembre scorso ha condannato lo Stato italiano, pena una pesante
sanzione, ad assumere a tempo indeterminato chi abbia già svolto tre anni di
servizio nella pubblica amministrazione.
Il
convegno nazionale dal titolo: “BiSogni didattici. Viaggio attraverso la
scuola che cambia”, organizzato dalla Rete Scuole Castelli romani e tenutosi venerdì 27 e sabato 28 febbraio presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati, ha visto la partecipazione di diverse centinaia
di docenti dirigenti scolastici provenienti da tutt’Italia.
“Osservando
gli alunni che frequentano le nostre aule – ha affermato Antonella Arnaboldi,
preside della scuola capofila della rete di scuole Res Castelli Romani - siamo arrivati alla conclusione che
tutti i nostri alunni sono oggetto di bisogni speciali. I nostri ragazzi
manifestano il bisogno di un linguaggio che avvicini loro la scuola perciò il
sottotitolo viaggio attraverso la scuola che cambia. La scuola deve
cambiare in quanto è cambiato il modo di percepirla, che, tuttavia, non può
esimersi dall’educare, dall’essere motore attivo della formazione di
professionisti, intellettuali e operai”.
![]() |
I dirigenti Arnaboldi, Torroni, Felicetti, Scandurra, Cardarelli, Cardillo, Cipriani, Tota, Micocci. |
“La questione è molto più profonda e
molto meno semplice di quella che appare - ha affermato Tommaso Travaglino,
autore di “La Scuola Bocciata” nell’ambito della tavola rotonda alla quale
hanno partecipato decine di dirigenti scolastici provenienti da tutta l’Italia
e che ha chiuso la due giorni -. La mission della scuola va ripensata ab imis, ridiscussa dalle fondamenta,
perché se nei documenti ministeriali si fa chiaro riferimento alla formazione
dell’uomo attraverso gli itinera
disciplinari, percorrendo, cioè, le diverse strade della conoscenza formale,
dobbiamo ammettere che la scuola italiana non sempre pensa a sé stessa come
scuola di umanizzazione, non sempre si percepisce come “luogo” di formazione
della persona, ma talvolta come “luogo” della consegna dei contenuti. La sua
autocoscienza, insomma, talvolta è come quella di un distributore automatico di
bibite e merendine.
![]() |
Tommaso Travaglino, tra il dirigente Pietro Perziani e Carmine Giammarini, D.S. dell'I.T. "Fermi" di Frascati e componente della comm. scuola del Municipio di Roma |
La conseguenza di tutto ciò è la tremenda noia di cui spesso è
portatrice, la distanza, la fratturazione tra il suo il mondo e quello della
vita reale dei suoi studenti.
Dobbiamo ammettere – continua Travaglino - che spesso i suoi
strumenti sono alienanti, non coinvolgenti, e che non posseggono più nessuna
relazione semantica con la realtà quotidiana della post-contemporaneità. Possiamo
considerarla come un’obsoleta architettura di premi-punizioni, che vive di una
vita propria, ma completamente slegata dal mondo reale.
La scuola è custode e garante della civiltà, madre della
pienezza dell’umanità, e non riflette la società in quanto figlia della
società, ma riflette sulla società in quanto madre di quest’ultima. Molto più
spesso, invece, è sì madre, ma di dispersione, perché non è disperso solo l’alunno che
non arriva al traguardo del ciclo dei suoi studi, ma ogni alunno che non va a
scuola con piacere.
Rendercene conto è già tanto, è già cambiamento, tensione
verso una nuova centralità semantica, di cui la nostra scuola ha bisogno di
riappropriarsi.
Se ricerche nazionali e internazionali assai attendibili
hanno dimostrato che più dei ¾ delle conoscenze di cui dispongono i ragazzi
provengono dalla cultura dell’extrascuola,
ciò significa, ovviamente, che la mission
della scuola non può limitarsi al mero passaggio della conoscenza, alla
consegna dei valori condivisi della civiltà di cui è custode, ma deve porre sé
stessa come chiave ermeneutica della conoscenza, orientamento umanizzante. La scuola non è il pesce donato all’alunno,
ma è il dono della canna perché ogni alunno impari a pescare da solo. Tuttavia
dobbiamo far appassionare ogni alunno alla pesca, altrimenti tutto il resto non
ha nessun senso”.
![]() |
Un momento della tavola rotonda |
“Non è questione di
fornire i mezzi per leggere, scrivere e far di conto – ha sottolineato il
dirigente Arnaboldi – ma la scuola deve tener conto delle esigenze delle nuove
generazioni, e puntare a configurare sé stessa come grimaldello di
significatività”.
“Ciò che, infatti, non è significativo è inefficace – ha
aggiunto l’autore de “La Scuola Bocciata”- e per comprendere la significatività
della scuola nella percezione dei nostri alunni, basta fare un velocissimo giro
sulla home page dei social network. Ed è proprio la considerazione della percezione che i nostri alunni hanno
della scuola che frequentano, che ci fa rendere conto del dramma che si sta
consumando.
Spessissimo le nostre scuole confondono le finalità con i
contenuti. Eppure la questione, almeno nei documenti ministeriali, sembra
essere chiara. Almeno sulla carta: La
scuola fornisce le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e
trasformare le mappe dei saperi, rendendole continuamente coerenti con la
rapidità e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti
affermano, ad esempio, le Indicazioni per il curricolo del 2012. Lo ripeto,
conclude Travaglino: rendersi conto di tutto ciò è già cambiamento, perché
mette in tensione.
![]() |
La Cattedrale di San Pietro di Frascati |
Ma una scuola “pezzente”, svilita, marginalizzata, popolata
da insegnanti demotivati e sottopagati, che elemosina il contributo volontario
per comprare la carta igienica, e che ultimamente rappezza qualche euro
dall’Europa per comprare qualche lavagna interattiva multimediale, peraltro già
strumento appartenente al giurassico, non sarà mai in grado di adempiere al suo
ruolo strategico. C’è bisogno di una
nuova consapevolezza, non di chiacchiere. Di barricate, se necessario, di
una nuova energia, di un nuovo entusiasmo che soffi nelle narici di questa
istituzione, cuore pulsante della civiltà che la custodisce.
Orlando Tarallo
Responsabile Ufficio Stampa "La Scuola Bocciata"
Nessun commento:
Posta un commento